FONZIE ED ERCOLE


C’era una volta una famiglia composta da padre, madre, due figli adolescenti, una bimba sui sei anni e un gatto persiano. La bestiola era molto amata dalla signora che aveva cura del gatto come per gli altri suoi figli. Poi la signora si ammalò e dopo pochi mesi purtroppo morì.


Il marito reagì alla perdita quasi istantaneamente, riorganizzando la sua vita con una nuova compagna nel giro di pochi mesi dopo la morte della moglie e cedendo alle richieste dei figli che per lenire il dolore della perdita della madre, chiedevano insistentemente un cagnolino.


Così, dopo una accanita ricerca in tanti allevamenti per trovare il cane perfetto, arrivò un cucciolo di Cavalier King Charles Spaniel. Che ovviamente e solo ad un occhio più attento e che porta un altro tipo di occhiali, già denotava uno dei classici problemi dei cani dei razza, ossia la displasia alle anche. Ma come avviene con tutti i cuccioli, colpì per la sua bellezza, riportò l’allegria nel cuore dei figli intristiti e... divenne il demone personale del gatto che da quel giorno venne dimenticato e abbandonato in balia del cagnolino che non gli lasciò pace.


Arrivò il periodo delle vacanze e l’intraprendete vedovo mi chiese se ero disponibile ad accudire i due animali per il periodo estivo. Al loro arrivo il cagnolino pensò di essere arrivato nel paese dei balocchi e si divertì come un matto, il gatto rimase amorfo in un angolo, peggio di un peluche ormai non più amato. Non mangiava se non per ultimo, sempre che gli altri gli lasciassero qualcosa e il giorno del suo arrivo aveva già perso tanto di quel peso che anche sul suo libretto, il veterinario aveva annotato di fare attenzione alla bestiola. Quindi fu compito mio.


Riuscii a distogliere Ercole dalle attenzioni di Fonzie e riuscii a fare in modo che riposasse e mangiasse indisturbato, tanto da fargli gradualmente recuperare il peso perduto. Il folto pelo mascherava quanto avesse sofferto ma a prenderlo, era come avere un fantasma tra le braccia. Nel frattempo le vacanze del proprietario erano finite ma mi chiese di continuare ad occuparmi dei due ancora per qualche mese sostenendo che i figli maggiori, dopo l’iniziale entusiasmo, non si prendevano la briga di portare Fonzie con regolarità a passeggio per fare i bisogni, che stava provocando una allergia alla figlia e che aveva anche altri problemi da risolvere. Chiesi e non ottenni che la famiglia venisse almeno di tanto in tanto a salutare i due animaletti.


Passò altro tempo e infine il proprietario mi chiese se conoscevo qualcuno disposto ad adottare i due perché “per il bene di tutti è meglio così”. Se non fossi stata disponibile io, li avrebbe pragmaticamente dati al primo sconosciuto...


Avete già capito come andò a finire, vero?


Ovviamente li adottai io, cercando inutilmente qualcuno di affidabile che volesse adottarli a sua volta. Così Ercole tornò ad essere felice e sicuro di sé e io scoprii che andava ghiotto pure di prosciutto crudo che veniva a chiedere di sua iniziativa quando lo servivo in tavola. Gliene davo volentieri un po’, sorridendo e sperando che la sua mamma in cielo potesse vederci e rasserenarsi. Causa mia mancanza di tempo ha la pelliccia trascurata ma non gli mancano le coccole, un posto a scelta dove dormire tranquillo, cibo a volontà che adesso difende se necessario di sua iniziativa e innumerevoli passeggiate in giardino. È di nuovo sereno, è di nuovo un gatto vero!



E Fonzie? Bello com’era, ovviamente faceva colpo su tutti! Da piccolo era molto territoriale, non lasciando passare nemmeno i trattori se questi volevano transitare davanti a casa. Con gli anni ha messo un po’ di giudizio ed è meno spavaldo anche se è rimasto molto sicuro di sé, non a caso il mio ex compagno lo chiamava anche Fonzio Pilato!


È diventato il migliore amico di Baldo, il mio Segugio Italiano del quale ho raccontato la rocambolesca cattura in un racconto tutto dedicato a lui, costituendo una vera e propria associazione a delinquere! La foto ad inizio pagina ritrare insieme proprio loro due.


“La vedi quella scatola là sopra? Ecco contiene dei biscotti! Solo che io sono piccolo e non ci arrivo, mentre tu, grande spilungone nero, sì! Prendila che poi facciamo a metà!”


Guardando Fonzie a volte penso alla bambina alla quale lo avevano regalato. Non lo potrò mai sapere con certezza ma non posso credere che non abbia sofferto quando glielo hanno tolto. Ciao piccola, ormai sarai diventata grande ma se stai cercando Fonzie e volessi sapere come sta: scrivimi!


Solitaire – Marzo 2018